Tith: il mondo attraverso i suoi occhi


Tith Ramos è un’istituzione
, a Boa Vista. Lo si incontra facilmente per strada: ovunque ci sia qualcosa, lui c’è. Pronto a fotografare. In questo momento storico, Tith è il testimone più attivo e continuativo di ciò che accade. Un documentarista che osserva e poi immortala, cogliendo il lato positivo delle cose, sempre, anche in questo momento di motore al minimo, in attesa che la Repubblica inizi a pensare a come ridare di gas e riaprire al turismo in maniera organica.

Oggi lo vediamo così, a spasso per le strade di Sal Rei, con la sua coppola e questi occhi incredibilmente azzurri. Ma la sua storia è ricca, animata da un sentimento in particolare: la curiosità. Per questo, è difficile andare con ordine, con lui. È più facile procedere per immagini, perché quelle che racconta sono pennellate piene di colore.

La sua famiglia ha origini ebraiche. E’ riuscito a recuperare le foto del bisnonno, parla del trisavolo, di una famiglia ebrea fuggita dalle persecuzioni in Marocco verso Capo Verde che, insieme alla Canarie, sono difficilmente raggiungibili e permettevano di trovare un po’ di pace. Deve moltissimo al nonno, Tith: un uomo, dice, dalla grandissima intelligenza, fuori dal suo tempo, che gli ha insegnato prima di tutto educazione e portamento. E l’umiltà: per questo non gli piacciono i prepotenti. Li considera arroganti, poco intelligenti. Dal nonno ha imparato a osservare bene chi e cosa gli sta intorno. E per esprimersi, Tith ha scelto i pennelli, da solo. Non ha ricevuto alcuna formazione, per questo. Da solo ha imparato volumi e colore, e una volta si è trovato ad aiutare un insegnante di arte, che non ammise poi mai di aver chiesto la mano a un autodidatta.


La pittura lo ha portato ovunque, a Sal Rei: sulla facciata posteriore della chiesa di Santa Isabel, sul grande muro del Centro di Arte e Cultura, il CAC, per cui ha scelto un soggetto astratto per poter lavorare in pace, senza interferenze. Negli hotel (come il Decameron) e nei locali, come quello di Bia. Ma lui è davvero parte di Boa Vista. E spesso ha viaggiato sulle altre isole dell’arcipelago, dove paradossalmente ha riscontrato un riconoscimento migliore. Nessuno è profeta in patria, forse. O forse, a Boa Vista non c’è molta considerazione, molta sensibilità. Scherza con me, Tith, dicendo che São Vicente e Sal gli chiedono di vedere la mano d’artista. A Sal, una volta, gli misero a disposizione una macchina per fare 200 metri di strada. Nel 2017, a un forum mondiale a Praia, fece copertura fotografica là dove altri furono bloccati.


La sua curiosità lo ha spinto ad essere uno dei primi ad avere un computer
. Nel 2005, poche persone ne possedevano uno in tutto l’arcipelago, e Tith era uno di questi. E ha imparato a usarlo solo provando e riprovando. Così è accaduto con il cellulare: ha semplicemente chiesto a una ragazza di mostrargli i fondamentali. E poi ha provato e riprovato. La scoperta della fotografia è avvenuta anch’essa per gradi. Una volta è andato fino all’Odjo d’Mar con una macchina appena acquistata da un fotografo italiano e non è riuscito ad utilizzarla, solo perché non sapeva come togliere una sicura.
Su Facebook, Tith ha un profilo professionale molto attivo e molto seguito. Su questo social è presente solo da tre anni, ma ha compreso in fretta come utilizzarlo. Tutto grazie a questa umile curiosità, che lo riempie di orgoglio. Il talento, mi dice, è quello che una persona vuole seguire naturalmente. Sbagliando molto, imparando dagli errori, lavorando tantissimo. E sapendo di avere un dono. Se non sei abbastanza forte non puoi lavorare, perché le persone hanno la tendenza a smontare le tue motivazioni. Opinare in cose che non si conoscono. E, ammette, anche insegnare è difficile, in questo clima di diffidenza diffuso anche nelle istituzioni: non c’è un riconoscimento economico e il materiale è a suo carico. E anche le foto non vengono considerate di sua creazione: il furto delle immagini è all’ordine del giorno, non solo da privati.

Ma Tith conserva sempre il suo limpido sguardo azzurro e si scrolla via tutto, guardando avanti. E cosa c’è nel futuro? Un libro, già pronto, cui manca solo una sponsorizzazione. Uno è stato già pubblicato, “A Lente Magica”, che è stato editato grazie a una coppia di Italiani.
E uno studio-laboratorio, anche per le stampe di fototessere per i documenti istituzionali, in attesa che la pandemia passi. E una curiosità che non si spegne mai.


https://www.facebook.com/tith.ramosproducoes


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